[Prefazione] Nel gennaio 2019 IBM lancia il primo computer quantico commerciale. Nell’aprile 2021, Elon Musk e la sua startup californiana Neuralink pubblicano un video dove si vede un macaco dotato di un impianto neurale mentre gioca al videogame Pong usando unicamente il pensiero, mentre si rincorrono voci sul fatto che presto partiranno le sperimentazioni anche su cervelli umani.
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Harvard Medicai School continua a fare passi avanti decisivi nell’utilizzo di DNA sintetico quale sistema di archiviazione dei dati, quale rivoluzione che si prospetta epocale specie nella sua capacità di memorizzazione senza degradazione a lungo termine. Mai come oggi manager e policy makers sono chiamati a mettersi in discussione, dove il rapporto fra uomo e macchina assume connotati nuovi e - in parte - inattesi, quantomeno nella velocità con cui stanno diventando realtà. Questo volume nasce proprio da tale convinzione: abbiamo bisogno di ritrovare la nostra umanità, forse di una “nuova” umanità. E una questione di valori, etica ed inclusione, ma non solo. Da tempo il dibattito sulla relazione uomo-macchina è vivo e affascinante, ma oggi si fa ancor più attuale e complesso. Siamo all’alba di una sorta di “umanità artificiale” in seno a piastrine di silicio: dobbiamo farci trovare preparati. Infatti, ormai è chiaro che porre come una “sfida” la relazione fra da un lato - persone e - dall’altro - robotica ed intelligenza artificiale sia una visione assai miope. Il vero passo avanti si avrà usando le tecnologie esponenziali per “aumentare” le capacità dell’uomo in un combinato poderoso, anziché vedere le due prospettive uomo-macchina come alternative. Per usare le parole di Erik Brynjolfsson (MIT) “chi non sa usare l’intelligenza artificiale non deve avere paura di quest 'ultima. Deve piuttosto preoccuparsi delle persone che la sanno usare: sono loro che gli porteranno via il posto di lavoro, non le macchine”. La pandemia SARS-CoV-2 ci ha dato ulteriore conferma di come dovremmo ascoltare un po’ di più la scienza, ma farlo dotandoci di valori rivisti e filtri cognitivi aggiornati, per cogliere i suoi segnali latenti e farlo sempre con la persona al centro. Il superamento del test di Turing è lontano? Non lo sappiamo. Tuttavia i traguardi dell’intelligenza artificiale sono già oggi molto concreti. La legge di Moore si fa obsoleta. Spazio alla legge di Neven, dove la potenza computazionale cresce in modo “doppiamente esponenziale”, secondo tassi di crescita possibili solo nella fìsica quantica. Per citare Neven stesso: “It looks like nothing is happening, nothing is happening, and then whoops, suddenly yott ’re in a different world”. In un mondo siffatto, dobbiamo interrogarci sulle competenze necessarie per farsi trovare pronti, ma pure su quei caratteri e valori che possano dirsi essenziali e distintivi di una specie umana immersa in un contesto aumentato. Muovendo da diverse discipline e prospettive, questo volume cerca di dare un contributo in tal senso. Tale percorso non può non partire - nella parte prima “Capire il contesto per cocrearlo” - da una serie di riflessioni su come meglio comprendere ciò che sta avvenendo, per essere attori protagonisti del futuro e per influenzare proattivamente le dinamiche sopra accennate, anziché subirle. Infatti, la tecnologia va vista come uno straordinario abilitatore di innovazione il quale consente, grazie alla sua varietà e alle possibilità di integrazione esistenti, di costruire soluzioni complete che rispondano all’obiettivo principale dell’innovazione stessa: migliorare la vita delle persone generando valore in campo economico, ma anche nella sfera sociale e ambientale, quali dimensioni che vanno viste come assolutamente sinergiche l’ima all’altra. Una rivoluzione la quale implica pure passi avanti epocali nel quadro normativo ed istituzionale, pena il rischio di una rivoluzione informale incapace di imporsi nei fatti, in assenza di regole che possano garantire inclusione e pari opportunità. Dato questo quadro, la seconda parte del volume - Trasformazioni e transizioni alla base di nuovi vantaggi competitivi - propone una serie di considerazioni su come il nuovo mondo e le nuove relazioni uomo-tecnologia consentano l’attivazione di modelli di business dirompenti, a cavallo fra valore economico e sociale, e forme evolute di vantaggio competitivo, senza dimenticare il ruolo dei talenti. In questo quadro, SARS-CoV-2 ha rappresentato un fattore di ulteriore accelerazione esponenziale della digitalizzazione delle aziende e delle persone. Paradossalmente, siamo però solo all’inizio di questo percorso. Il vero “salto” si avrà solo quando sapremo trovare una risposta alle domande cardine che ogni azienda sta affrontando: come rivedere i processi di business, per poter rendere l’azienda più agile e pronta a gestire il cambiamento, anche nel rapporto con la nuova “umanità”, come si diceva in apertura. Infine, la parte terza di questo volume — Ripensare marketing e relazioni in ambienti “trasformati” - sviluppa un approfondimento sulla funzione che, forse, più di tutti sta cambiando e deve cambiare: il marketing e la gestione del contatto con clienti e stakeholders in contesti nuovi, forse nel pieno di un new normal postpandemico. Una funzione questa che sta affrontando una rivoluzione “gentile” nei rapporti fra gli attori in gioco, smart nel modo con cui combina reale e virtuale, personalizzata e “accurata” nel modo in cui crea valore per gli utenti. Il marketing e la comunicazione diventano lo specchio dell’anima delle imprese, in quanto cresce la loro importanza agli occhi dei consumatori che ora ripongono sempre più aspettative nei brand che seguono. Prima certe responsabilità e sfide apparivano in capo ai soli governi nazionali: oggi non è più così. Basti pensare alla rincorsa spaziale di Elon Musk, o al fenomeno delle cosiddette “Benefit corporations” verso un mondo auspicabilmente sempre più equo ed inclusivo. Questo libro nel suo insieme diventa, a nostro avviso, un eccellente compendio - seppur non esaustivo - di strumenti e risorse fondamentali per comprendere e guidare il cambiamento nel prossimo futuro, cogliendo le opportunità che offre nel rispetto della triple bottom line (3P): Persone, Pianeta, Profitto. Verso una nuova umanità, quale insieme dei caratteri essenziali e distintivi della specie umana, rispetto cui non possiamo fare a meno di interrogarci, oggi più che mai.
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